giovedì 29 dicembre 2016

Il Cimitero di San Cataldo a Modena


La foto qui sopra è fatta al cimitero ebraico del San Cataldo di Modena. Venne inaugurato nel 1903 e da allora è cambiato molto poco... Anche questo posto me lo ero messo nella lista dei luoghi da visitare da parecchio tempo, avevo visto penso ormai una decina di anni fa un video su Youtube girato da alcuni ragazzi che si addentravano per il sotterraneo del cimitero di San Cataldo ed ero stato incuriosito e così ieri finalmente, dopo tanto tempo sono riuscito a farci un salto ed ottenuto il permesso scritto dalla direttrice ho realizzato queste foto.....

Draghe abbandonate lungo il Po


Nella golena del Po ci si imbatte ogni tanto in macchinari che servivano per il dragaggio del letto del fiume, che oggi non sono più utilizzate. Ne ho fotografate alcune nei giorni scorsi.

martedì 15 novembre 2016

Grandi spazi vuoti lungo la strada



Zona Mesola. Lungo la Romea. Capannoni abbandonati, grandi spazi vuoti silenziosi. Non c'è molto da vedere, poco da immaginare..... Uno di questi, ha ancora l'insegna grande e leggibile sul porticato di ingresso: "Manifattura Tabacchi" c'è scritto.... ma di operai e di macchine, non c'è neanche più l'ombra.
Nei giorni precedenti alla nostra visita avevo letto qualcosa su questi posti. Qualche articolo in internet ma si trova poco a dire il vero.....
Però si capisce tutto al primo sguardo, vedendo, passeggiando, fotografando.... Qui non si produce più nulla. Forse non si produrrà più nulla.
In qualcuno di questi spazi entriamo e osserviamo camminiamo cercando tra la luce e il tempo, tra una foto e l'altra, di scoprire qualcosa.
Quella della manifattura è un'azienda chiusa dal dicembre del 2000. Visto da noi nati prima dei "millennials" il 2000 era futuro. Visto qui, dalla direzione opposta sembra passato e ripassato. 

sabato 29 ottobre 2016

Come è ridotto l'hotel dei sogni ...


Ho letto la storia in internet di questo Hotel ... ma che tristezza ho provato .. mi dice la mia amica. Ha ragione, soprattutto chi l'ha vissuto, chi c'è stato... chissà cosa prova vederlo ridotto in queste condizioni. Che poi ci sono entrati in tanti, chi per rubare, chi per fotografare, chi per dormirci ovviamente a prezzo zero...  chi ci dorme ancora... mah... chi ci scrive un articolo sul blog e per rispetto non dirà questa volta nè il luogo nè il nome... perché un conto magari è rivelare il nome di un rudere dove non c'è niente da portare via un altro è fare il nome di un posto ... non morto ma dormiente come questo... anche se sarà dura sicuramente immagino riportarlo al suo vecchio splendore. Lasciamo stavolta parlare solo le immagini.

venerdì 14 ottobre 2016

La villa inghiottita dall'erba


Bassa padovana, non dirò il posto, almeno per adesso... era da tempo che volevo andarla a vedere e poi in un pomeriggio autunnale orami (era da tempo che non facevo una esplorazione) sono partito da solo e ci sono andato. Per entrare ed arrivare davanti alla costruzione ho dovuto immergermi in mezzo all'erba alta. Peccato che gran parte sia ormai crollata......

venerdì 26 agosto 2016

L'ex zuccherificio ri-strutturato e ri-abbandonato


Posso? Vado... questa, ho pensato, è una di quelle situazioni da Striscia la notizia... insomma un caso di spreco di denaro pubblico ... o meglio non possiamo dare la colpa a nessuno, forse è solo un progetto che non è ancora andato in porto definitivamente. L'area è quella dell'ex zuccherificio e distilleria di Cavarzere dove numerosi stabili sono stati recuperati grazie a dei fondi strutturali messi della Regione Veneto stanziati proprio per recuperare vecchie aree industriali dismesse come era appunto l'impianto di Cavarzere fino a qualche anno fa. Uno zuccherificio che venne aperto nel 1924, anno della prima campagna e rimasto operativo fino al 1980, legato al nome dalla famiglia Montesi, proprietaria agli inizi del '900 anche degli zuccherifici di Este e Pontelongo.


lunedì 22 agosto 2016

"Party Room" piccolo progetto fotografico


Premessa: non è che uno pensa ad un progetto e taaaac come diceva Pozzetto in quel famoso film, gli riesce subito così come lo ha pensato... ci sono diverse variabili. Primo: magari non hai le idee chiare su cosa fare. Secondo: non sai bene cosa fare indossare alla modella. Terzo: la location è un posto abbandonato e l'ultima volta che ci sei andato era febbraio ed alcune padiglioni erano chiusi. Insomma ci sono idee che nascono e muoiono sul nascere, idee fattibili ma che alla fine portano ad un risultato tutto diverso o quasi rispetto a quello che avevi immaginato.

lunedì 20 giugno 2016

Topkapi e Q anche qui non si balla più


Silenzio e vento che soffia dal mare. Rumore di macchine che avanzano a passo d'uomo mentre sono in coda sulla Romea. Stanno tornando a casa dalla gita di Pasquetta.
Una Pasquetta quest'anno caratterizzata dal tempo incerto tra sprazzi di sole nuvole e pioggia. E' stata così questa primavera e rischia di esserlo anche l'estate. Il cartello è ancora lì dritto in piedi, pulito e quasi orgoglioso: Topkapi. La porta a vetri è aperta ed è un invito ad entrare. La struttura era stata costruita tra gli anni '60 e '70 e qui ci sono passati i grandi nomi della musica italiana ed internazionale.
Ricordo di esserci stato nel 2002 quando si chiamava "Controvento". I ricordi di quella sera sono cancellati dagli anni ma ricordo di un posto bellissimo, pieno di gente sia all'interno che all'esterno. Sul sito www.7lidiweb.com è ancora possibile vedere delle foto della discoteca quando era in attività.

venerdì 3 giugno 2016

Viaggio nell'Emilia post terremoto a 4 anni di distanza

Sì, è prevalentemente un viaggio Urbex. Però viaggiando in queste zone non puoi ignorare ciò che sta attorno alla meta che ti sei prefissato.
Diciamo subito che la nostra meta è un posto ormai visto e rivisto. Io però non lo conoscevo fino a qualche giorno fa. E' stato il mio amico Fabio a farmelo conoscere.
Ed è lo stesso mio amico che tra una "urbexata" e l'altra mi fa riflettere sul fatto che gli Urbex sono sempre di più. E' una moda dilagante ormai e quindi i posti cominciano ad essere visitati e rivisitati.
Finchè diventano "troppo visitati" e "troppo fotografati" ed i proprietari, giustamente, prendono le dovute precauzioni e iniziano a tappare i buchi d'ingresso.
E' il caso della nostra meta di oggi, un castello che era stato acquistato da un facoltoso signore inglese e ristrutturato, almeno in parte. Però la botta del terremoto del 2012 face crollare parte di un torrione ed anche un pavimento al primo piano. Però entrando, fino a poco tempo fa, a quanto pare,  si potevano ancora ammirare tantissimi affreschi presenti nelle stanze, qualcosa sicuramente di maestoso e di affascinante.
Fatto sta che ha affascinato troppo ed ha affascinato troppi e quindi quando arriviamo noi i piatti sono già lavati e gli ingressi murati. Da poco visto i laterizi avanzati che ci sono ancora all'esterno e sembrano essere stati portati li da pochi giorni. Gira e rigira, proviamo a cercare un varco per entrare ma niente.
Alla fine perà capiamo che in quelle stanze non si entra più e dobbiamo accontentarci di qualche foto dall'esterno e di qualche pertinenza. Succede anche questo quando si fa urbex....


La Comunicazione Digitale oggi


Ho partecipato a recentemente ad una giornata formativa sulla Comunicazione digitale. Volevo riportare qui alcuni dati emersi durante l’incontro la cui prima parte ha avuto come relatore Michele Lorenzi di Develon, azienda specializzata proprio nella comunicazione digitale.
Solo 6 anni fa è uscito il primo tablet. E’ stata una cosa che ha stravolto il mondo di fare business. La popolazione mondiale a fine 2014 era di 7 miliardi e 210 milioni di abitanti. 3 miliardi e 10 milioni sono gli utilizzatori di internet. 2 miliardi e 78 milioni sono gli utenti dei social network. 3 miliardi 648 milioni sono i possessori di smartphone 1 miliardo e 685 milioni di persone usano il cellulare per andare sui social.
Zuckemberg ha comprato una società di droni per lasciarli in aria costantemente e coprire così le zone dove non c’è connessione, questo per permettere anche ai Paesi in Via di Sviluppo di accedere al mondo dell’informazione digitale.
Per quanto concerne il tempo trascorso con le nuove tecnologie, si parla di 4 ore e 28 minuti al desktop, 2 ore e 12 minuti allo smartphone per andare su internet. Due ore e mezza è il tempo mediamente trascorso sui Social dalle persone. Il tempo invece passato davanti alla Tv è di 2 ore e 39 minuti in netta riduzione rispetto a qualche anno fa specialmente tra i giovani.

giovedì 19 maggio 2016

Consigli più o meno utili per naviganti smarriti

Post che esula ancora una volta dall'esplorazione urbana. Solo per dare qualche consiglio utile ai navigatori su alcuni servizi che si possono trovare in rete e che al momento giusto possono diventare utili e diciamo salvavita! Non che voglia sostituirmi a Salvatore Aranzulla per carità, non avrei nè la voglia nè la competenza per farlo.
Per esempio capita di dover trasformare dei file .PDF in WORD oppure di Unire più PDF in un unico file, di separare o comprimere i PDF .... ebbene in questo caso consiglio di utilizzare il sito SMALL PDF  che fa tutti questi servizi gratuitamente. 


giovedì 12 maggio 2016

Siamo tornati a Reggio Emilia per Fotografia Europea

Viaggio a Reggio Emilia per Fotografia Europea. L'edizione ufficiale è la numero 11. Per me è la numero 3..... Quest'anno il titolo è "La via Emilia. Strade, viaggi e confini".
Devo dire che in una sola giornata non si riesce a vederla completamente perché oltre alle sedi ufficiali ci sono anche le numerosissime mostre del Circuito Off. La prima tappa per me è stata la consegna delle foto alla mia amica Urbex, Elvira Macchiavelli (http://urbexatinfo.blogspot.it/) che aveva esposto anche a Polesine Fotografia nei giorni scorsi.


venerdì 1 aprile 2016

L'Hotel adesso è solo per gatti


Una volta era un hotel. Ed anche un ristorante. Adesso ospita solo gatti e personaggi un po' matti come noi, che il giorno di Pasquetta lo scegliamo come meta, come luogo da visitare.
Non siamo i primi ad entrare. Non saremo neanche gli ultimi. All'esterno come detto si incontrano gatti che si lasciano accarezzare e villeggianti o residenti indifferenti al nostro passare con cavalletti e macchine fotografiche davanti ai loro occhi....
Noi che vogliamo le rovine solo immortalare.
All'esterno un'altalena, troppo rovinata, non è più il sogno di bambini in vacanza. All'esterno una roulotte che con la natura ormai, si è quasi immedesimata e con l'erba ed i rami si confonde. Si immerge dentro al suo solitario e silenzioso destino.

lunedì 22 febbraio 2016

La determinazione di Lynsey, fotografa di guerra



Qualche settimana fa ho letto il libro di Lynsey Addario "In amore e in guerra". E' un libro che mi ha colpito al di là delle foto, ma penso che la prima cosa che trasmetta questo libro - diario della fotoreporter statunitense, sia la grande determinazione che lei stessa ha avuto nel volere svolgere questa professione, questo modo estremo di interpretare la fotografia.
Nel libro infatti, emerge il lato umano della fotografa, soprattutto quando descrive le rinunce che ha dovuto fare per realizzare il suo sogno, la rinuncia per esempio a stare con i suoi genitori, la rinuncia alle relazioni sentimentali. E e questo mi ha portato subito davanti ad un interrogativo, ad una riflessione, ovvero che possiamo arrivare, se ne abbiamo la fortuna, alla fine del nostro viaggio, inteso come viaggio della vita e potremo dire a noi stessi: "nella mia vita ho fatto tante rinunce ma ho sono riuscito a realizzare i miei sogni", o in alternativa potremmo dire a noi stessi: "ho fatto tante rinunce e ho rinunciato soprattutto ai miei sogni".
Lynsey nel libro racconta le sue esperienze nei luoghi di guerra, in Afganistan, in Iraq, in Libia. Sono situazioni di pericolo estremo: è stata rapita per due volte, un autista che l'accompagnava ha perso la vita. E' andata a fare foto anche quando era in stato di gravidanza. Sullo sfondo ci sono le vicende storiche, di tutte queste guerre che vedono coinvolti gli Stati Uniti, in particolar modo da dopo l'11 settembre 2001. Lynsey attraversa questi periodi storici, queste vicende con la sua macchina fotografica in mano e ci aiuta a capire nel modo in cui solo i fotografi di guerra riescono a fare.


mercoledì 3 febbraio 2016

La Certosa che sta per essere erosa dal tempo



Primo post dell'anno sui posti abbandonati. Anzi sarebbe il secondo ma il precedente l'ho dovuto cancellare per il rischio di divulgazione di segreti militari che avrebbero potuto compromettere la sicurezza nazionale... ovviamente ci scherzo su ma non si sa mai... Questo posto pensavo fosse abbandonato invece mi è sembrato mezzo abitato. Però una parte, quella sì sono riuscito a fotografarla. Trattasi di una certosa la cui costruzione iniziò il 7 marzo 1534 data in cui fu posta la prima pietra e venne ultimata nel 1623. In seguito al decreto della Serenissima Repubblica di Venezia, volto ad alienare le Comunità religiose con meno di 12 soggetti, nel settembre 1768 i cinque monaci rimasti furono costretti a lasciare la Certosa. Alcuni documenti testimoniano che nel 1797 venne saccheggiata dai francesi. 
Come tutte le certose era suddivisa nella Casa Alta, dove vivevano i Monaci del Chiostro e nella Casa Bassa dove vivevano i fratelli conversi.  L'ordine dei certosini fondato da San Bruno aveva come caratteristica quella di essere una unione di solitari in una piccola comunità. Ognuno dunque conduceva una vita molto solitaria, venendo in contatto con gli altri monaci solo in alcuni momenti della giornata come le celebrazioni liturgiche o nelle ricreazioni. I monaci certosini una volta alla settimana, generalmente nel primo giorno, si dedicavano allo spaziamento, una passeggiata di quattro ore circa, in cui potevano stare a contatto con la natura e parlare liberamente. Al vertice di ogni comunità c'era un Priore (Primus inter pares - primo fra i pari) e non vie era quindi un superiore. 

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