Visto che ho fatto poche uscite in questo periodo, un po' per impegni di lavoro e di famiglia ed un po' perchè questo caldo insopportabile non invoglia certo ad andare in giro a fare foto se non si è proprio costretti, nei ritagli di tempo ho letto il libro di Roberto Cotroneo “Lo sguardo rovesciato” edito da Utet. Diciamo che poche volte mi capita, quando vedo un libro in libreria, di essere convinto fin dal primo momento di prenderlo su dallo scaffale e di portarlo alla cassa. Ma con questo è stato amore a prima vista. Il titolo colpisce ed anche il disegno semplice e particolare sulla copertina e pure il sottotitolo “Come la fotografia sta cambiando le nostre vite” incuriosisce.
E' un saggio di strettissima attualità. Diciamo che è un libro di fotografia senza fotografie, ma le fotografie te le mostra anche se non le vedi..... può essere anche un testo di sociologia alla fine. Cotroneo è uno di quelli che ha attraversato la trasformazione della fotografia dall'analogico al digitale... per noi e gli altri che in qualche modo ci siamo avvicinati alla fotografia grazie al digitale, è un libro che fa capire molti aspetti del “come eravamo” e del “cosa siamo diventati”... mi piace la parte del libro dove parla dell'attesa dello sviluppo di una foto, quando si scattava e non sapevi come “era venuta” finchè non eri andato a prenderla dal fotografo, ritengo molto importanti le riflessioni sul fatto che quello che facciamo alla fine non sono delle fotografie ma dei "frame" di un flusso continuo di vita, scattiamo migliaia di foto (iperfotografia) e restano archiviate nei nostri cellulari e magari non le stampiamo mai e poi quando perdiamo il cellulare o semplicemente questo diventa obsoleto, non riusciamo più a recuperarle.
E' un saggio di strettissima attualità. Diciamo che è un libro di fotografia senza fotografie, ma le fotografie te le mostra anche se non le vedi..... può essere anche un testo di sociologia alla fine. Cotroneo è uno di quelli che ha attraversato la trasformazione della fotografia dall'analogico al digitale... per noi e gli altri che in qualche modo ci siamo avvicinati alla fotografia grazie al digitale, è un libro che fa capire molti aspetti del “come eravamo” e del “cosa siamo diventati”... mi piace la parte del libro dove parla dell'attesa dello sviluppo di una foto, quando si scattava e non sapevi come “era venuta” finchè non eri andato a prenderla dal fotografo, ritengo molto importanti le riflessioni sul fatto che quello che facciamo alla fine non sono delle fotografie ma dei "frame" di un flusso continuo di vita, scattiamo migliaia di foto (iperfotografia) e restano archiviate nei nostri cellulari e magari non le stampiamo mai e poi quando perdiamo il cellulare o semplicemente questo diventa obsoleto, non riusciamo più a recuperarle.