mercoledì 22 luglio 2015

Lo sguardo rovesciato. Un libro da leggere.


Visto che ho fatto poche uscite in questo periodo, un po' per impegni di lavoro e di famiglia ed un po' perchè questo caldo insopportabile non invoglia certo ad andare in giro a fare foto se non si è proprio costretti, nei ritagli di tempo ho letto il libro di Roberto Cotroneo “Lo sguardo rovesciato” edito da Utet. Diciamo che poche volte mi capita, quando vedo un libro in libreria, di essere convinto fin dal primo momento di prenderlo su dallo scaffale e di portarlo alla cassa. Ma con questo è stato amore a prima vista. Il titolo colpisce ed anche il disegno semplice e particolare sulla copertina e pure il sottotitolo “Come la fotografia sta cambiando le nostre vite” incuriosisce.
E' un saggio di strettissima attualità. Diciamo che è un libro di fotografia senza fotografie, ma le fotografie te le mostra anche se non le vedi..... può essere anche un testo di sociologia alla fine. Cotroneo è uno di quelli che ha attraversato la trasformazione della fotografia dall'analogico al digitale... per noi e gli altri che in qualche modo ci siamo avvicinati alla fotografia grazie al digitale, è un libro che fa capire molti aspetti del “come eravamo” e del “cosa siamo diventati”... mi piace la parte del libro dove parla dell'attesa dello sviluppo di una foto, quando si scattava e non sapevi come “era venuta” finchè non eri andato a prenderla dal fotografo, ritengo molto importanti le riflessioni sul fatto che quello che facciamo alla fine non sono delle fotografie ma dei "frame" di un flusso continuo di vita, scattiamo migliaia di foto (iperfotografia) e restano archiviate nei nostri cellulari e magari non le stampiamo mai e poi quando perdiamo il cellulare o semplicemente questo diventa obsoleto, non riusciamo più a recuperarle. 

sabato 18 luglio 2015

La villa che sembra un castello


Si chiama Castello ma non è un castello, è una villa nata per dimostrare tutta la nobiltà di una famiglia che non era di nobili origini ma che era ricca. Era una famiglia di mercenari, quella degli Obizzi, furono loro a quanto pare che diedero il nome all'obice, il piccolo cannone da assedio. Fu lo stesso Pio Enea I degli Obizzi a idearne la progettazione, con l'aiuto da quello che si legge, dell'architetto Andrea Da Valle, la costruzione è iniziata nel 1571.
Ah in questo caso non si tratta di una struttura abbandonata, anzi è custodita e per accedere si paga un biglietto ed una bravissima guida vi spiega la storia della costruzione, della famiglia e degli affreschi che ci sono all'interno. Si perchè ce ne sono tantissimi dentro, e ben conservati, sono opera del pittore Giovanni Battista Zelotti, allievo di Paolo Veronese. Ci sono tantissime scene che narrano la storia delle famiglia Obizzi, i matrimoni importanti, le battaglie, poi ci sono bellissime allegorie. All'esterno c'è un parco molto ampio con un laghetto su cui si specchia il castello.
Avevo con me solo la Nikon J1 più un 10mm 2.8, il fattore di moltiplicazione di questo obiettivo è 2,7 quindi corrisponde a circa un 27 mm di una full frame. Un angolo di campo abbastanza ampio dunque. Era una giornata calda. Ah non sto qui a scrivere la storia di questo luogo di cui si trova ricca documentazione in internet, sia su Wikipedia che sul sito ufficiale . Dico solo che è un posto che vale la pena di visitare, anzi qui ci organizzano anche banchetti di matrimonio. Io da tanto tempo desideravo visitarlo, essendoci passato spesso davanti e finalmente sono riuscito a vederlo.
Queste sono alcune foto della giornata....

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